VIAREGGIIO. “Ho le radici qui: sono nato a Viareggio, sono figlio di due viareggini, figli di quattro viareggini. Per trovare un parente ‘forestiero’ sono dovuto risalire al 1800, la nonna di una mia nonna, originaria di una frazione di Camaiore.” Così ha iniziato il suo intervento in sala consiliare Beppe Vannucchi, capogruppo di Viva Viareggio Viva e nuovo presidente del consiglio comunale.

“Ho vissuto la mia adolescenza, e non solo quella, in una Viareggio in cui tutti si conoscevano, in cui il vicinato era parentela, in cui se era freddo si lasciava la chiave nella porta, altrimenti rimaneva aperta. Sono cresciuto impolpandomi di tutto quello che era Viareggio, che parlava di Viareggio, della sua storia, della sua essenza.

“Dai libri di Mario Tobino, di Antonio Morganti e di Silvio Micheli (il mio Salgari), alla poesia di Egisto Malfatti, alla ironia delle commedie di Enrico Casani, per non dire del Carnevale, uno stato d’animo, un modo di essere e di sentirsi, che troppo spesso si ha la pretesa che diventi un’industria turistica.

“Ho vissuto e perpetrato Viareggio in altre roccaforti da tutelare come patrimoni della viaregginità, quali le scrivanie e le panchine del Cgc e dell’Esperia calcio, oltre che dietro le quinte del Politeama avendo collaborato, cosa di cui vado orgoglioso, alla stesura dei testi in vernacolo della Compagnia Burlamacco ’81 fino al 2006.
Si capirà: sono innamorato fradicio di Viareggio.

“Un aneddoto: appena diplomato feci ottima impressione ad un colloquio d’assunzione per entrare in banca ma, alla domanda se ero disposto ad andare a lavorare in giro per l’Italia, dissi che al massimo mi potevano mandare a La Spezia, perché io da qui non mi sarei mai mosso. E così è stato.

“Ora mi trovo in consiglio comunale a vivere la mia Viareggio da un’ulteriore nuova visuale, quella delle istituzioni, con una responsabilità non di poco conto che mi affascina e mi stimola quale quella del Presidente che, sintetizzando, rappresenta il Consiglio Comunale ed ha il compito primario di tutelare i diritti e le prerogative dei Consiglieri, garantendo l’esercizio effettivo delle loro funzioni e curando l’osservanza e la corretta interpretazione del Regolamento.

“Mi accingo a farlo da uomo di mondo di indole progressista che non ha mai masticato politica ma, dopo quanto accaduto negli anni passati, la situazione di disagio istituzionale, sociale ed economico, in cui si trova la città e il paese intero, ha ritenuto semplicemente opportuno mettersi a disposizione per la sua città ed è stato accolto nelle fila di una lista civica, Viva Viareggio Viva, che ha sortito un buon esito elettorale. Poi si sono allineati tutti i nove pianeti, ed eccomi qua a cimentarmi in un ruolo inaspettato ma molto importante.

“Intendo interpretare il compito che mi avete affidato con umiltà e rispetto, con serietà e rettitudine. Altrettanto chiedo a voi. Intendo agire nelle mie funzioni ponendomi in equidistanza dalle diverse opinioni e schieramenti politici ma senz’altro con più vicinanza alle concrete necessità di chi noi tutti, non dimentichiamolo mai, siamo qui a rappresentare: i cittadini.

“La complessità delle norme che regolano questo incarico necessiterebbe di un rodaggio che ovviamente non c’è stato tempo di fare, quindi sarete cortesi da perdonarmi eventuali defaillances cui, in buona fede, andrò incontro. In questo senso sono sicuro di poter contare sulla vostra intelligenza e comprensione, e anche sul vostro sostegno.
A voi tutti colleghi Consiglieri, chiedo di non perdere mai di vista le esigenze della gente comune, di modulare le vostre legittime ambizioni tenendo conto di quelle dei cittadini, di badare più alla concretezza dei fatti che non all’apparenza, in sostanza di essere meno politici e più amministratori. In quest’ottica troverete in me un grande alleato.

“In questi pochi mesi di esperienza di consigliere comunale ho e avrete toccato con mano quanto sia difficile amministrare la cosa pubblica, dare risposte a chi ne ha bisogno urgente, provare a risollevare una città come la nostra che sembra aver smarrito la sua identità. Ma credetemi, da anni giro in lungo e largo l’Italia col Viareggio calcio ed è così ovunque. Segno che chi un paio di anni fa negava la crisi sostenendo che i ristoranti e gli aerei erano tutti pieni viveva in un altro mondo.

“Viareggio è l’Italia in scala uno a mille ed è nelle condizioni di tanti altri Comuni. Anzi, la nostra peculiare tendenza alla critica distruttiva ci porta a non dare valore alle tante cose buone che abbiamo: ce ne accorgiamo solo dopo che le abbiamo perse.

“Il cittadino comune pensa che la politica possa e debba risolvere tutto, specie in questa fase che stiamo vivendo che somiglia sempre più a un dopoguerra, invece la realtà è che noi, i politici, una classe ormai purtroppo malgiudicata a prescindere, ci scontriamo ogni giorno non solo con la mancanza di risorse economiche, ma anche con una burocrazia pesante, con un groviglio di leggi e leggine, norme e regolamenti che complicano incredibilmente anche gli interventi più semplici. Senza dimenticare che quando la coperta è corta, tirandola da una parte, si scopre dall’altra.

“Noi dobbiamo essere consapevoli di questo e agire, adeguando il passo alle difficoltà del momento, con equilibrio e responsabilità. Naturalmente insieme a voi. A tutti voi.”

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ultimo aggiornamento: 18-02-2014


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